(1032) Il WiFi che non funziona

Questa é di qualche anno fa.

Un albergo offre una semplice connessione internet WiFi gratuita. Il cliente fa richiesta dei dati d'accesso alla Reception, accede alla rete immettendo la password fornita et voilà... naviga in internet.

Arriva un cliente sulla cinquantina con il suo portatile, richiede la password all'albergatore e si mette su un tavolino a smanettare. Dopo una ventina di minuti torna con aria scocciata dall'albergatore dicendogli che "il WiFi dell'albergo non funziona". L'albergatore chiede il permesso al cliente di settargli lui stesso la connessione e voilà.... naviga in internet.
Il cliente, infastidito dal fatto di non esser stato in grado di farcela da se, torna al tavolino senza nemmeno un cenno di ringraziamento o cortesia.

Passa un'altra ventina di minuti ed il cliente torna dall'albergatore dicendo che può ricevere la posta da Outlook Express ma non inviarla perché "Il WiFi dell'albergo non funziona".

Qui ci vuole una precisazione tecnica. Semplificando al massimo: una comune casella Email per funzionare si appoggia a due "indirizzi": uno d'entrata (pop) ed uno d'uscita (smtp). Molti Provider che forniscono sia connessione internet che caselle email utilizzano per questi ultimi indirizzi d'uscita univoci legati al contratto.
Questo significa che una persona solitamente connessa ad internet attraverso la compagnia AAA utilizzando una casella email della compagnia AAA, qualora si connettesse attraverso la compagnia BBB (per esempio all'estero), continuerebbe a ricevere la posta ma potrebbe non essere in grado di inviarla, a meno che il titolare del contratto con la compagnia BBB non fornisse l'indirizzo d'uscita e molto spesso pure il proprio nome utente e la propria password (e figuriamoci!).

Soluzione: utilizzare la Webmail o utilizzare caselle email non legate a Provider.

[NB: Ci scusino i lettori "tecnici" per la spiegazione molto alla buona. Sappiamo che ci sarebbero alcuni metodi per bypassare il problema ma ai fini del post questa spiegazione basta e avanza]

L'albergatore tenta di spiegare in tutti i modi al cliente che il modo più "pulito" per inviare la posta in questi casi é utilizzando la webmail ma il cliente non sa nemmeno di cosa si tratti e risponde in tono sgarbato. Non c'é stato nemmeno verso di settare un indirizzo d'uscita diverso perché il cliente "non si fidava a far smanettare l'albergatore nelle impostazioni"!!!!

Risultato? Cliente arrabbiato e critica negativa. Ovviamente per colpa del "WiFi dell'albergo che non funziona" la camera é diventata improvvisamente sporca, il personale scortese ed il cibo immangiabile. Potere del WiFi!

(Non é possibile impedire l'accesso ai computer a chi non ne é in grado??? E pensare che volevamo solo far gli albergatori......)

3 commenti:

  1. "Non é possibile impedire l'accesso ai computer a chi non ne é in grado???"
    Credo che chiunque abbia avuto la (s)ventura di fare assistenza tecnica se lo sia chiesto almeno 1(000000000) nella vita! ;)

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  2. Fioretto: ogni volta che un ospite ci incasinerà la vita con questioni tecnologiche ed informatiche faremo una preghierina al santo patrono degli operatori IT
    ; )

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  3. eh, studiando informatica, posso solo dire, eh!
    Più volte ho pensato "se esistesse una patente per l'uso del pc", ma è spesso questione di intelligenza e voglia di *leggere* ciò che un'applicazione scrive a video (col tempo i messaggi sono sempre più chiari).

    D'altro canto sembra che il pc rincretinisca, perché un 80% delle persone appena accende un pc stacca il cervello.
    I blog "Storie dalla sala macchine" e "il favoloso mondo degli utonti" sono lì a testimoniare questo trend inspiegabile

    P.S. Sulla mail la situazione è più incasinata.
    In Italia Libero impone che tutte le mail dei loro abbonati passino per il loro SMTP (che fa anche *BIP*), nonostante si usino servizi mail non legati ad un provider.

    In più in certe reti bloccano le porte usate dai protocolli SMTP e POP3 che utilizzano la crittografia (465 e 995 per la cronaca) per evitare la trasmissione in chiaro (che bello non è) nonostante siano ormai standard.

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