(744) Allatta al seno. Ok ma...

Qualche tempo fa é stato dato risalto a livello nazionale ad un episodio nel quale il maitre di un Hotel ha allontanato una donna dalla sala da pranzo dell'albergo poiché allattava al seno il proprio bambino ed alcuni clienti se ne erano lamentati.

La reazione mediatica é stata unanime: lo staff dell'albergo ha sbagliato e la donna doveva essere lasciata libera di allattare.

In effetti per la nostra cultura l'atto dell'allattare al seno é considerato del tutto naturale e non viene inteso come un atteggiamento malizioso o osceno...

Pur essendo personalmente concordi nel considerare lecito l'atteggiamento della donna, qui vorremmo
spezzare una lancia dal punto di vista dell'albergatore: tra i compiti di questo mestiere vi é anche il fare da mediatore, "portare ambascerie" ed armonizzare i comportamenti di ospiti e personale perché nessuno sia infastidito dagli atti altrui.

Ci vogliamo quindi mettere per un attimo nei panni di un albergatore che
tenta di armonizzare le cose chiedendo alla donna di allattare altrove, poiché pressato da più ospiti (forse stranieri?) infastiditi da un atteggiamento a cui la loro cultura ed educazione attribuisce accezioni se non proprio offensive perlomeno sconvenienti
.

Qui si possono intravedere due idee di fondo spesso sottaciute ma sempre presenti nell'ambiente alberghiero: l'albergatore che offre alloggio a ospiti provenienti da lontano deve
adattarsi alla loro differenti culture ed esigenze o deve imporre agli ospiti la cultura e gli atteggiamenti tradizionali del luogo? La verità, spesso, sta nel mezzo...

Senza voler giudicare i diversi atteggiamenti nei confronti dell'allattamento in pubblico, chi si trova nella posizione di dare alloggio e far
convivere persone di diverse culture (o semplicemente con diversi valori etici/morali/religiosi/etc) tentando di accoglierle al meglio e senza offenderne nessuna in prima persona é tenuto anche a impedire che tali offese possano avvenire involontariamente tra gli ospiti o dovrebbe lasciar correre senza invischiarsi? O, come detto sopra, dovrebbe invece imporre la propria cultura/etica/morale alle persone cui ha dato alloggio?

Facciamo l'esempio dei molti ospiti provenienti dal nord Europa che, come nulla fosse, spesso
pretendono di poter fare naturismo nelle piscine degli Hotel poiché nella loro cultura é considerato assolutamente normale e si offendono quando gli albergatori lo impediscono. Oppure noi italiani che spesso reagiamo male se il cameriere ci intima di non parlare al cellulare in sala da pranzo o perlomeno non farlo a voce alta. In questi casi un atteggiamento passivo dell'albergatore avrebbe reso la vita migliore a tutti?

Qui le diverse visioni culturali vanno a scontrarsi anche con le
diverse visioni che ognuno ha riguardo al ruolo dell'albergatore: responsabile dell'alloggio e del trattamento a 360° degli ospiti che alloggiano nella sua casa o "porgichiavi" professionale indifferente a tutto e tutti?

Alla luce di queste riflessioni si può anche comprendere come in molti casi simili l'albergatore spesso tenti d'intervenire per prevenire atteggiamenti che, anche solo
potenzialmente, potrebbero infastidire qualcuno. Anche se non si fosse lamentato nessuno del naturista
adulto che gira completamente nudo assieme a suo figlio nell'area giochi dei bambini é criticabile l'albergatore che di sua iniziativa lo intimasse di rivestirsi? O forse dovrebbe aspettare che almeno un cliente gli si avvicini a lamentarsi o decida di lasciare la sala da pranzo per via del vociare di "quello col cellulare" prima di fare alcunché? L'occidentale che, in vacanza in Giappone, venisse richiamato quando si soffia il naso in pubblico poiché per la cultura giapponese si tratta di un atto paragonabile al ca***e davanti a tutti, ha il diritto d'offendersi o deve adattarsi alla cultura locale? E se tale episodio fosse avvenuto in un albergo di Tokyo i cui ospiti sono in maggioranza occidentali? (forse non sembra ma una situazione simili può esser percepita da molti come differente: pur essendo a Tokyo in un albergo giapponese a conduzione giapponese, l'alta concentrazione di occidentali lo fa percepire a qualcuno come una sorta di "ambasciata" in cui verrebbero rispettati solo i valori etici e culturali occidentali)

E che dire poi del solito rischio di trovarsi con recensioni negative da parte di clienti che, per ripicca scriveranno su internet che "l'albergo é bello ma gli ospiti sono terribili"? recensione che, pur non parlando male della struttura, di sicuro allontanerà eventuali ospiti? (PS: non é possibile accontentare tutti)

Non vi sono definizioni univoche e complete che illustrino chiaramente TUTTI gli aspetti di cosa significa veramente fare il mestiere dell'albergatore e quali siano i compiti che debba o non debba svolgere. Quel che é chiaro però é che tra gentiluomini
ambasciator non porta pena!

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