Articolo pubblicato su Telefonoblu
Diversi studi di psicologia hanno dimostrato che in spiaggia, le persone triplicano l’aggressivita'. Le motivazioni di questo pizzico di suscettibilita' sono diverse, a cominciare dalle temperature alte, che influiscono negativamente sul sistema nervoso.
Se al caldo si somma il sovraffollamento delle spiagge e la cattiva educazione di alcuni individui, il rischio di incorrere in una crisi di nervi, aumenta parecchio.
Lo spazio, poi, rappresenta un altro fattore da tenere in considerazione. Infatti, man mano che il cosiddetto spazio vitale di ognuno (cioe' la zona immediatamente vicina al proprio corpo) si riduce, aumenta l’irritabilita'.
Sommando queste tensioni si possono generare liti fra i piu' sofferenti. Per placare gli animi si puo' fare un tutto per rinfrescare il cervello. E’ questo l’organo che piu' di ogni altro necessita di essere raffreddato, per evitare il surriscaldamento della corteggia celebrale, cosa che puo' alterare le sue capacita' di tenere gli impulsi sotto controllo. Oppure si possono mettere in atto speciali strategie di sopravvivenza.
Maleducati di ultima generazione che strepitano al cellulare, raccontando con dovizia di particolari le conquiste della sera precedente.
Irriducibili dei racchettoni che scelgono di palleggiare con vigore e con qualche rischio per le teste altrui.
Bambini allo sbaraglio in riva al mare che, correndo come forsennati riempiono di sabbia corpi e borse dei vicini.
Adolescenti scatenati che preferiscono la musica a tutto volume al dolce sciabordio dell’acqua di mare.
Petulanti signore di mezza eta' che si scambiano a voce alta pettegolezzi degni di una telenovela e consigli sulle pietanze da portare in tavola per la cena.
Coppiette spudorate che si scambiano effusioni esagerate.
E’ di certo capitato a tutti di essere costretti a condividere un giorno sulla spiaggia con una di queste speciali categorie di persone.
Viste in quest’ottica le vacanze estive al mare e la conseguente vita da spiaggia, possono apparire un vero inferno, ma non bisogna disperarsi. Innanzitutto perche', fortunatamente, non tutti i bagnanti sono proprio cosi'.
In secondo luogo perche' esiste una bassa probabilita' statistica di dovere condividere lo stesso fazzoletto di sabbia solo con turisti di queste categorie.
In ogni caso, anche in tali situazioni, un rimedio c’e'. Esistono, infatti alcuni stratagemmi di furbizia calcolata che, uniti a sottigliezze psicologiche, possono rivelarsi molto efficaci per combattere i maleducati del bagnasciuga, allontanandosi e liberandosene, senza dover ricorrere a liti e maniere forti in grado di avvelenare una giornata al mare.
Innanzitutto, per isolarsi da coloro che sembrano di volere rendere partecipe l’intera spiaggia dei propri fatti personali, parlando al cellulare a voce alta, spesso quasi urlando, esistono due tipi di rimedi.
Il primo, piuttosto sbrigativo, consiste nel mettersi un paio di cuffie alle orecchie ed eclissarsi ascoltando buona musica. Ancora meglio, poi se si coglie l’occasione per una rilassante nuotata.
Il secondo, invece, consiste nell’osservare il maleducato diritto negli occhi, mostrando, senza dire una parlo, una disapprovazione poco celata. In un caso simile non occorre parlare: lo sguardo e' gia' di per se' molto eloquente e, solitamente, il colpevole comprende il misfatto reagendo in modo positivo e moderando il proprio tono di voce.
In tema di accorgimenti di carattere psicologico, si puo' anche iniziare a fingere a propria volta una conversazione al cellulare, imitando in tutto e per tutto il comportamento del vicino di ombrellone. La strategia di emulazione infatti puo' far si che il noncurante bagnante prenda coscienza dei propri fastidiosi atteggiamenti, come se stesse guardandosi allo specchio.
Per dare un taglio ad effusione al limite della decenza nelle quali alcune coppie (un po’ per esibizionismo, un po’ per complicita' di un contesto vacanziero che allenta i freni inibitori) si scambino persino in spiagge super affollate, ci si puo' trasformare, a propria volta, in attori.
Ci si puo' fingere allora genitori, sorelle o fratelli di bambini innocenti che si interrogano sul comportamento eccessivamente libero di questi innamorati tutt’altro che timidi. E di conseguenza come possono loro continuare a turbare delle anime innocenti?
Oppure, ancora, ci si puo' armare di un po’ di sfrontatezza e avvicinarsi ai fidanzati, posizionando il proprio asciugamano a pochi centimetri da loro. In questo caso l’effetto e' garantito poiche' per quanto sfacciati, i due verranno colti da un imbarazzo che li spingera' ad allontanarsi.
Per non rischiare di litigare con chi, armato di racchette e palline, si diverte a giocare vicino alle altrui teste, due sono le possibilita'.
Cedere pacificamente cercando un diverso posto sulla sabbia, o armarsi di pazienza e domandare ai maleducati di spostarsi. Si potrebbe addurre, come motivazione della propria richiesta, un episodio fittizio inventato per l’occasione. Infatti, e' di solito un buon deterrente raccontare che l’estate precedente si e' stati colpiti da una pallina in fronte il cui impatto ha provocato una lesione tale da rendere necessario il trasporto in ospedale e la conseguente denuncia dei colpevoli. Questo vale solo nel caso in cui ci si imbatta in persone arroganti che non vogliono mutare atteggiamento.
Tra le tante tecniche da usare per difendere privacy e tranquillita', la migliore consiste nel non farsi sopraffare dall’aggressivita', esponendo in modo calmo, ma con determinazione, le proprie richieste e facendo comprendere ai propri interlocutori che cio' che si chiede e' un semplice rispetto reciproco per avere una pacifica convivenza sul mare.
La spiaggia puo' essere considerata una comunita' nella quale esistono ruoli e linguaggi specifici. Non a caso spesso e' proprio al mare che c’e' un ribaltamento dei rapporti di potere. Qui, infatti, contano piu' le prestazioni fisiche, come magari l’abilita' nel nuoto o nel windsurf, che le capacita' lavorative o il ceto sociale. Basti pensare che, il piu' delle volte, sia che si interagisca con avvocati, professori, medici o bagnini ci si rivolge a tutti con un confidenziale tu che mette tutti alla pari.
Spesso e' solo una questione di spazio
E’ curioso, ma la spiaggia (specie quella libera) rappresenta ancora, nell’immaginario della maggior parte dei bagnanti, una sorta di territorio da conquistare possibilmente prima degli altri, e da delimitare con ombrelloni, asciugamani e sedie pieghevoli. In questo modo, infatti, si costringe il prossimo a prendere le distanze, insellandosi almeno un metro piu' in la'. Alcuni studi psicologici sostengono addirittura che la distanza tra i teli sia indicativa del grado di intimita' tra i loro proprietari: se distano da 1,25 metri a 3 metri significa che il rapporto di amicizia e' ancora all’inizio; se invece si trovano tra 40 centimetri e 1,25 metri, si tratta di buoni amici mentre se sono accostati, la relazione e' molto stretta, come nel caso di genitori, o di fratelli o di fidanzati.
Alla conquista dell’altro sesso
L’ultima tendenza, almeno sul bagnasciuga, messa in atto soprattutto dagli uomini per conquistare una donna e' quella di invitarla a imparare o a praticare uno sport di mare (windsurf, nuoto) sembra che l’attivita' fisica favorisca notevolmente gli approcci e la socializzazione. Inoltre, e' assodato quanto la vita da spiaggia predisponga ai rapporti sessuali. Lo dimostra anche il picco di nascite che si registra quasi ogni anno tra la fine di marzo e il mese di maggio, cioe' proprio 9 mesi dopo le vacanze estive. Perche' questo accade?
Ebbene, la liberta' fisica e il gioco, tipici della vacanza al mare, hanno il potere di allentare sensibilmente i freni inibitori di uomini e donne, nonche' il timore del giudizio sociale.
Ma non e' solo questo. Esiste anche una spiegazione di tipo scientifico biologico: la notevole presenza di luce sulla spiaggia, fattore che influisce sul bioritmo dell’uomo, accentua la sensibilita' dei due sensi che piu' influenzano il desiderio sessuale, la vista e l’olfatto.
Due cose da non dimenticare prima della partenza
Gli amanti del nudismo e' meglio che si accertino sempre, prima della partenza da casa, che la destinazione scelta disponga di spiagge nelle quali praticare il naturismo non sia un reato (specie se si va in paesi di religione islamica). Potra' sembrare banale, ma e' tutt’altro che raro incontrare, uomini e donne senza costumi da bagno anche in spiagge dove il nudismo non e' consentito, con le conseguenti rimostranze da parte degli altri bagnanti che, spesso e volentieri, sfociano in estenuanti discussioni e, nel peggiore dei casi, in denunce.
Chi desiderasse portare il proprio cane con se' in spiaggia, deve accertarsi in anticipo se nello stabilimento balneare prescelto si possano portare senza problemi gli amici a quattro zampe. La situazione e' piu' complessa nei tratti di spiaggia libera dove e' quasi sempre vietato
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