Clienti esigentissimi al limite della paranoia, i furboni che cercano ogni scusa per fare vacanze senza pagare, coppie che scoppiano, prenotazioni impossibili, richieste assurde ed inaccontentabili, grandi e piccole tragedie consumate in un weekend, persone dalle abitudini indicibili e alieni cammuffati da umani.
(113) Il Giornalista:
Telefona dicendo di essere un giornalista e di aver assolutamente bisogno di due camere per tre giorni. Le camere ci sono, confermiamo i prezzi per la mezza pensione e diciamo che per prenotare abbiamo bisogno perlomeno di due righe scritte con indirizzo e numero di telefono del cliente. Ci manda un fax privo di indirizzo e numero di telefono in cui scrive che “come convenuto telefonicamente” prenotava due camere in “pensione completa”. Abbiamo quindi una richiesta che non possiamo accogliere (non facciamo pensione completa) da una persona irrintracciabile (non abbiamo indirizzo o numero di telefono/fax). Non consideriamo valida la prenotazione ma restiamo in attesa che tal persona ci contatti. Non sentiamo più nulla. Al fatidico giorno questa persona si presenta in Hotel esigendo le due camere. Due camere libere ci sono, ma facciamo notare il fatto che una richiesta così compilata non poteva esser accettata e che era solo fortuna che le camere ci fossero ancora. Dice di essere un giornalista e che sa fare il suo lavoro (“che volete che sia un fax per una prenotazioncina?”). Lo puntualizza perché si è sentito “accusato” di non sapersi spiegare. Sul più bello, prima ancora di prender in mano la chiave della camera accennano ai 39 euro di prezzo. Trentanove euro? Da dove li tirano fuori? Il nostro prezzo per mezza pensione è 58! Dicono di aver capito per telefono che la pensione completa venisse 39 a persona. Ribadiamo subito che il nostro prezzo è di 58 Euro, che è riportato sul listino prezzi e sul nostro sito Internet e facciamo presente con cortesia che, qualora ci fosse stato un malinteso ed il prezzo che chiediamo fosse troppo elevato rispetto alle loro previsioni di spesa, non hanno da sentirsi obbligati verso di noi e possono benissimo cercare altrove. Mugugnano un po tra di loro ma poi dicono che gli va bene e vanno in camera. A cena sono gli ultimi ad entrare in sala e caso vuole (la sfiga colpisce sempre chi cerca rogne) che poco prima ci fosse stato un incredibile assalto al buffet da parte di velisti tedeschi e che non fosse più rimasta insalata (per la cronaca, quel giorno i clienti che hanno assaltato il buffet avevano mangiato talmente tanto che, sazi, non hanno completato il pasto; dal giorno dopo si sono dati una regolata). Il giornalista, assieme ai tre amici, assale verbalmente la cameriera poiché “non è possibile che non ci sia l’insalata: sono giornalista e chiamerò ferderconsumatori”. La cameriera spiega che c’è stato un assalto che non potevamo prevedere, che l’insalata è fresca e la prendiamo tutti i giorni, che se voleva potevamo dargli comunque altre verdure del buffet ma non insalata verde poiché era l’unica verdura di cui non avevamo più scorte, e che comunque potevamo compensare con affettati o altro. Niente. Vista l’insistenza la cameriera chiede al giornalista se preferisce parlare col Direttore ma questi si rifiuta ed insiste sul fatto che “In Reception siamo stati presi in giro per la prenotazione” che “ci avete sparato 58 euro come fosse nulla” e che “al buffet sono rimasti solo i fagioli ma a noi non piacciono” (era finita solo l’insalata verde, per il resto c’era ogni bendiddio) per poi calcare la mano con dei termini tanto pesanti da portare addirittura la cameriera alle lacrime. Altri clienti che assistono alla scena chiamano con una scusa la cameriera per farla allontanare dal gruppo dei giornalisti e la consolano concordando sul fatto che “quei maleducati si sono comportati come delle bestie e sono in torto marcio”. Finita la cena il giornalista ed i suoi amici vanno a parlare col Direttore. Questi spiega che c’è stato un “assalto non prevedibile” al buffet d’insalata e che questa, essendo fresca, viene portata di giorno in giorno, per cui non ci sono scorte. Il tipo ripete di essere un giornalista e che si rivolgerà a federconsumatori poiché non ha avuto la sua insalata e che l’anno prima a rimini per 51 euro aveva la pensione completa ed il buffet era ricchissimo. Infine il Direttore dice “Senta, noi sappiamo di dare il giusto servizio per il giusto prezzo, tutti gli anni d’esperienza ed i clienti passati e presenti ce lo confermano ma evidentemente Lei qui non si trova a Suo agio. Quindi, e lo dico per il Suo bene, sono il primo a consigliarle di trovare un albergo più adatto alle Sue esigenze e sarò ben lieto di darle una mano a cercarlo” (delegando così al giornalista la scelta di calmarsi o andarsene). Il giornalista, sentendosi cacciato via, zittisce e rimanda la decisione sulla partenza al mattino seguente. Il Giorno dopo dobbiamo inseguirlo per sapere cosa ha deciso, ovvero “restiamo ma solo in camera e colazione”. Ok. Per i restanti due giorni storcono il naso su tutto: caffè, latte, velocità del servizio, temperatura dell’acqua calda. Il giorno della partenza confabulano tra loro durante la colazione a voce non proprio bassa e la cameriera sente che dicono di volersi lamentare col Direttore. Al momento del conto la prima coppia paga in contanti e tutto fila liscio mentre il Giornalista chiede di pagare con assegno. Non accettiamo mai assegni e lo invitiamo a pagare in contanti o con carta di credito. Tira fuori un bancomat, ma l’operazione non va (Numero Occupato). Ritentiamo ma niente (Errore connessione). Al terzo tentativo appare sul display “Importo superiore alla disponibilità”. Lui sbianca, non sa dove appigliarsi: si è lamentato su tutto, voleva fare il gradasso, si è vantato di fare il giornalista ed infine non ha neanche i soldi per permettersi una vacanza di tre giorni. Pagano gli amici e lui se ne va. In silenzio.
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