Una settimana fa mi ha scritto un nostro ex cliente che ha un’azienda che vende prodotti per l’ufficio.
Era una di quelle mail di sfogo sulla situazine del proprio business, che ogni tanto ognuno di noi scrive non alle persone con si hanno dei rapporti quotidiani, ma a quelle che si sentono raramente, in modo da sentir meno la pressione del giudizio…
In questa mail, tra le altre cose, mi parlava della sua concezione di “cliente buono” e “cliente cattivo”.
Come per tutti gli imprenditori, il ritratto del suo “buon cliente” era quello di una persona o azienda che:
1. Capisce il valore del prodotto o servizio proposto;
2. E’ corretta in sede di trattativa commerciale;
3. Non chiede sconti;
4. Paga puntualmente;
5. Si fidelizza all’azienda.
2. E’ corretta in sede di trattativa commerciale;
3. Non chiede sconti;
4. Paga puntualmente;
5. Si fidelizza all’azienda.
Viceversa, mi descriveva il cattivo cliente come quello che:
1. Pur capendo il valore del bene che sta acquistando comunica al venditore un senso quasi di repulsione;
2. Cerca di usare tutte le astuzie per indirizzare la trattativa commerciale in modo a lui favorevole;
3. Contratta sul prezzo e su ogni condizione economica in cui sente vacillare il veditore;
4. Non paga o paga in ritardo;
5. Non si fidelizza all’azienda.
2. Cerca di usare tutte le astuzie per indirizzare la trattativa commerciale in modo a lui favorevole;
3. Contratta sul prezzo e su ogni condizione economica in cui sente vacillare il veditore;
4. Non paga o paga in ritardo;
5. Non si fidelizza all’azienda.
Io dopo un pò gli ho risposto provocatoriamente con una mail che aveva come oggetto: “Ho trovato la soluzione per te…”.
Nel corpo della mail ho scritto:
Lavora solo con i clienti buoni!
Lavora solo con i clienti buoni!
Quando l’ha vista ovviamente mi ha chiamato un pò alterato: credeva che lo prendessi in giro.
Invece io facevo sul serio: gli ho spiegato che il suo problema era quello di non essersi creato la possibilità di scelta tra i propri potenziali clienti.
Questo perchè stava utilizzando il sistema di vendita che Nicola chiama “dell’aspirapolvere” (ad esempio in questo post ne parlava in riferimento ai professionisti).
Quindi, in sostanza, si esponeva al rischio, sempre più alto in questo periodo, di imbattersi in una percentuale troppo elevata di cattivi clienti.
Poi gli ho detto che secondo me la vera distinzione non deve essere fatta tra clienti, ma tra sistemi.
In pratica, a mio modo di vedere, lui non ottiene soddisfazioni commerciali adeguate perchè
il suo sistema di vendita è meno forte del sistema d’acquisto di alcuni dei suoi clienti!
il suo sistema di vendita è meno forte del sistema d’acquisto di alcuni dei suoi clienti!
Ecco due aspetti secondo me essenziali, che sono poi quelli alla base anche di Vendite Web.
Riuscire a generare un flusso costante di richieste da parte di potenziali clienti interessati ai nostri prodotti o servizi, tra le quali poi poter compiere una scrematura, confortati dal fatto che dopo quelle richieste, altre ne arriveranno.
Riuscire a generare un flusso costante di richieste da parte di potenziali clienti interessati ai nostri prodotti o servizi, tra le quali poi poter compiere una scrematura, confortati dal fatto che dopo quelle richieste, altre ne arriveranno.
Riuscire a creare un sistema commerciale che dia più forza alla nostra offerta, influenzando il potenziale cliente, e predeterminando in lui una propensione ad acquistare presso di noi.
Alla fine il mio ex cliente ha acquistato Vendite Web.
Mi ha detto che se funziona per la sua azienda, pretende di essere citato come testimonial, perchè si sente un caso disperato!
Io non credo molto ai testimonials (abbiamo scelto di non utilizzarli), ma vi terrò informati…
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