(824) Le richieste dei Vip: incontentabili e tirchi

Post pubblicato su Il Giornale

Chi lavora ai tavoli deve sopportare tutte le manie degli avventori, soprattutto vip: ma ora è tempo di rivincita. In due libri le ex dipendenti di locali famosi fanno le "spie" sulle richieste più assurde


Alle celebrità piace essere allergiche a qualcosa. Noci, pesce con squame o senza, zucchero, uova d’anatra, tuorlo d’uovo, finocchio, ananas, persino il tartufo: qualunque prelibatezza può rientrare fra gli alimenti intollerabili. È la prima regola a cui chef e camerieri devono adattarsi: non c’è limite al capriccio del cliente, soprattutto vip.
Lì per lì i dipendenti del ristorante non possono far altro che abbozzare un sorriso accomodante. Ma, una volta abbandonata l’uniforme, cameriere e maître possono vendicarsi e spifferare le manie dei clienti. Lo hanno appena fatto Heather e Rose MacDowell, gemelle ed ex cameriere in locali di New York e San Francisco e Phoebe Damrosch, ex chef de rang al Per Se di Manhattan: le tre hanno raccontato le loro avventure in due libri, rispettivamente Omelette (Rizzoli) e Servizio compreso (Ponte alle grazie). I clienti taccagni sono i protagonisti di bitterwaitress.com, sito dove le «cameriere amareggiate» sfogano la delusione verso i vip poco generosi. Come l’attrice Lindsay Lohan che ha lasciato tre miseri dollari di mancia su un conto da 75.
Il prototipo degli incontentabili sono i signori Lagnos, coppia che - spiega la Damrosch - ordina l’acqua «né liscia né gassata», vuole abbassare le tende proprio al tramonto, critica la fotocellula del rubinetto e il colore dei tovaglioli. Alla prima portata di carne, poi, la signora si accorge di essere vegetariana, anche se come antipasto ha mangiato foie gras. Sembra impossibile trovare una via d’uscita, ma la vendetta ha poteri terapeutici. Lasciati i tavoli lussuosi del Per Se, dove solo chi paga conti da 20mila dollari può sperare di saltare una lista d’attesa lunga mesi, la Damrosch può permettersi di scherzare sulle celebrità che hanno affollato il ristorante newyorchese: sempre «le ultime ad arrivare a una tavolata», non possono fare a meno di parlare di altri vip, chiamandoli però per nome («Giusto per farti venire il dubbio: quale Bobby sarà? De Niro? Duvall? Redford?»). Oppure chiedono menu «tutti a base di funghi».
C’è stata la volta in cui la ex cameriera ha dovuto ripetersi «salmone, salmone, salmone» per non sbagliare la pronuncia al momento di servire Salman Rushdie. E quella in cui ha portato una sedia in più per il cane imbalsamato. Le gemelle MacDowell hanno ricevuto consigli sulla capigliatura, le scarpe e l’umore; e hanno visto la scrittrice Danielle Steel piluccare il pranzo sfoggiando il rossetto sui denti perfetti. L’incubo vero - confessano le ex cameriere - sono le variazioni infinite, alla Meg Ryan in Harry ti presento Sally. Il consiglio? «Se volete far cambiare la maggior parte degli ingredienti di un piatto, magari vi converrebbe sceglierne un altro». Ma il cliente pensa di avere sempre ragione. Anche a rischio di finire in un libro.

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