All'articolo segue il commento di un lettore che commenta:
"SE AVESSI SAPUTO dei doveri degli albergatori, avrei chiamato i Carabinieri..
Una decina di HOTEL di ANDALO aveva camere libere per un pernottamento mio e mia famiglia (io, moglie e figlia) non parlo di week-end ma in giorni feriali a metà settimana... (4a di Agosto)
BELLA OSPITALITA'...
Non si tratta del tutto esaurito, in quanto mi son sentito chiedere da un albergatore: "PER QUANTO ?" per poi dirmi "Mi dispiace, tutto esaurito..."
[---]"
Evidentemente si tratta di un caso di informazione parziale e/o mal interpretata:
Il contratto di locazione alberghiera é definito "contratto atipico" poiché non disciplinato direttamente dal codice civile) e pertanto fa capo solamente al TULPS, ma, a nostro avviso in forma molto generica e poco definita (basta evidenziare le contraddizioni relative ai beni in deposito)
"chiunque gestisce un pubblico esercizio ha l’obbligo di fornire le proprie prestazioni a chi le richieda e si offra di pagarle" é probabilmente una formula infelice per esprimere un concetto giusto e pertanto la sua interpretazione ha subito diverse letture.
Nella lettura comune si intende che l'albergatore non può rifiutarsi di dare ospitalità a chi, presentandosi in hotel, ne abbisognasse anche per una sola notte, ma non é obbligato a trattenere quella stessa camera in prenotazione anticipata.
Se poi volessimo toglierci i sassolini dalle scarpe é facile far notare che "chiunque si offra di pagarle" spesso il giorno dopo ritratta.
Se la pratica delle prenotazioni servisse solo a registrare in anticipo le richieste di chi dice di voler pernottare, senza una partecipazione attiva da parte dell'albergatore nella gestione di tali richieste, si tratterebbe solamente di una pratica inutile e sotto certi aspetti controproducente.
Evidentemente l'albergo che rifiuta l'alloggio di poche notti avrebbe difficoltà a riempire quelle restanti della settimana (ed a lungo termine non riuscirebbe ad eguagliare gli incassi e mantenere gli stessi standard). Il paragone che meglio fa comprendere il concetto é quello del negozio che vende pacchi di biscotti e che si rifiuta di vendere un biscotto singolo ai clienti che gliene chiedono poiché in quel caso si ritroverebbe poi con numerosi pacchi che poi nessun'altro vorrebbe...
"chiunque gestisce un pubblico esercizio ha l’obbligo di fornire le proprie prestazioni a chi le richieda e si offra di pagarle" é probabilmente una formula infelice per esprimere un concetto giusto e pertanto la sua interpretazione ha subito diverse letture.
Nella lettura comune si intende che l'albergatore non può rifiutarsi di dare ospitalità a chi, presentandosi in hotel, ne abbisognasse anche per una sola notte, ma non é obbligato a trattenere quella stessa camera in prenotazione anticipata.
Se poi volessimo toglierci i sassolini dalle scarpe é facile far notare che "chiunque si offra di pagarle" spesso il giorno dopo ritratta.
Se la pratica delle prenotazioni servisse solo a registrare in anticipo le richieste di chi dice di voler pernottare, senza una partecipazione attiva da parte dell'albergatore nella gestione di tali richieste, si tratterebbe solamente di una pratica inutile e sotto certi aspetti controproducente.
Evidentemente l'albergo che rifiuta l'alloggio di poche notti avrebbe difficoltà a riempire quelle restanti della settimana (ed a lungo termine non riuscirebbe ad eguagliare gli incassi e mantenere gli stessi standard). Il paragone che meglio fa comprendere il concetto é quello del negozio che vende pacchi di biscotti e che si rifiuta di vendere un biscotto singolo ai clienti che gliene chiedono poiché in quel caso si ritroverebbe poi con numerosi pacchi che poi nessun'altro vorrebbe...
Se poi volessimo fare un esempio pratico: il gestore di un hotel frequentato da venti-trentenni rumorosi e nottambuli che facesse capire alla famigliola in cerca di relax che é meglio prenotassero altrove sbaglia?
E se poi la famiglia alloggiasse e criticasse male l'albergo su internet?
Questa come la risolviamo???
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