(954) Recensioni online: i turisti ricattano gli alberghi del Veneto?

Articolo pubblicato su: ilturista

“Non mi lasci fare ciò che voglio (anche se va contro il regolamento dell’hotel o le regole di civile convivenza)? E io ti scredito diffamandoti sul web. Te e tutto il tuo albergo”. Suonano più o meno così le sfide rivolte da certi turisti, a voce o via mail, ad alcuni albergatori del nostro litorale. Succede sempre più spesso, come sta succedendo un po’ in tutto il mondo, e in questi giorni anche lungo la costa veneta. “Un ricatto globale”, lo definisce Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto, la Federazione più rappresentativa delle imprese alberghiere della regione, con circa 2600 strutture rappresentate su un totale regionale di poco più di 3mila. Che proprio in questi giorni sta ricevendo da diversi associati segnalazioni di soprusi da parte di alcuni turisti in vacanza nel litorale veneziano.

Forti dell’arma del web, i vacanzieri in questione promettono ripercussioni nei blog turistici se le loro pretese non dovessero essere soddisfatte. L’iter inizia con le richieste impossibili, passa per l’insolenza e si conclude con le minacce.

“È un ricatto di quelli che mandano in bestia – dichiara il presidente di Federalberghi Veneto Marco Michielli – Se siete abituati a vedere i consumatori nel ruolo delle vittime, dovete ricredervi: è un luogo comune che alcuni turisti stanno utilizzando per estorcere all’albergatore ciò che egli per legge non potrebbe concedere. E alcuni siti web, che stiamo cercando di combattere anche a livello nazionale, in tutto questo ci sguazzano. Tanto da spingere le associazioni nate in difesa dei consumatori a dirsi pronte a tutelare gli imprenditori-titolari di alberghi dai loro stessi clienti, poiché l’informazione scorretta lede tutti gli utenti del web”.

Tripadvisor, ad esempio, il calderone-web in cui i turisti segnalano, anonimamente, pregi e difetti delle strutture nelle quali (forse) hanno soggiornato, non consente di conoscere i nomi dei detrattori, né di sapere se la loro esperienza sia reale o inventata, mentre pubblica nomi, cognomi e tanto di particolari della struttura in questione e di chi la gestisce. Ed è inutile ogni tentativo dell’albergatore di scomparire dal sito: potrà farlo solo se il suo albergo chiuderà definitivamente. “In questo sito e in quelli simili entra di tutto – lamentano gli albergatori del litorale – anche storie inventate di sana pianta. Nel bene e nel male”.

“Il web è democrazia dell’opinione, ma può diventare presto dittatura della menzogna, perché molto spesso manca il controllo sulle affermazioni che vengono immesse on-line. è ora che i gestori di questi siti si assumano qualche responsabilità – conclude il presidente di Federalberghi Veneto – purtroppo alcuni colleghi, pur avendo agito in difesa e nel rispetto delle regole, sono costretti a subire la gogna del web e un conseguente, incalcolabile danno. Ben vengano internet e la libertà di parola, ci mancherebbe, ma la libertà di insulto e il caos sono un’altra cosa”.

10 Novembre 2010 News pubblicata da Enrico Montanari

12 commenti:

  1. Ammetto che oleggiucchio le recensioni degli alberghi, quando mi devo muovere, però se trovo 10 recensioni buone e 1 pessima, capisco che c'è qualcosa sotto e non mi faccio influenzare minimamente..
    Peccato non esista un sito dove recensire i clienti....

    ImpiegataSclerata

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  2. Bah, le recensioni sono un mondo a parte che difficilmente riflette la realtà.
    Perché non vi é controllo sulle affermazioni; perché esiste un mercato di vendita delle recensioni; perché le possibilità di risposta concesse da questi siti agli Hotel sono estremamente limitate rispetto alla libertà quasi totale lasciata agli utenti comuni; perché sono un'arma di ricatto di cui molti abusano ma principalmente perché l'attendibilità ed onestà di chi scrive non é per niente verificabile.

    Un'inchiesta inglese dichiarava che circa il 70% delle recensioni (sia positive che negative) sono fasulle.

    In media i giovani recensiscono più degli adulti (e quindi sono poco presenti recensioni di chi ha più esperienze, anche di viaggio) e nella maggior parte dei casi chi legge, tende a soffermarsi di più su quelle negative (per intenderci, una recensione negativa può, da sola, venir letta decine, se non centinaia di volte più di cinque positive messe assieme).

    Poi ricorrono anche logiche perverse: Tripadvisor appartiene ad Expedia, così come tutti i siti di recensione fanno parte a diversi gruppi turistici, che hanno i loro interessi a veder promuovere o screditare una struttura o l'altra (una perché fornisce maggiori guadagni, l'altra perché gli alzi la commissione). L'incomprensibilità per cui a volte certe recensioni non vengano pubblicate, potrebbe seguire queste logiche.

    In quale altro mestiere esiste il "fammi lo sconto o ti sputtano sul web?"

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  3. Non è proprio un mestiere, però se vai nei forum di Ebay ne vedi di cotte e di crude, su vicissitudini varie venditori/acquirenti, e feed negativi.

    ImpiegataSclerata

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  4. :-O
    Ad occhio si dovrebbe configurare il reato di estorsione, questa gente è denunciabile (chiedete ad un penalista per conferma).

    @impiegata sclerata
    Ciò spiega perché i venditori con me sono sempre gentilissimi, visto che sono corretto. Temo sia più diffuso di quel che penso......

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  5. Purtroppo, a meno che non capiti per iscritto, la minaccia é indimostrabile ed anche se si volesse procedere significherebbe intraprendere un iter che può durare anche qualche anno (in Italia) per ogni singolo caso e che può venir a costare molto, tra avvocati e spese legali, sempre che sia possibile ottenere dal Paese straniero ospitante i server di questi siti, i dati necessari per identificare con certezza chi abbia pubblicato questi testi. Di solito si inghiotte il boccone amaro e si tira avanti.

    C'é chi alimenta questo meccanismo perverso con azioni del tipo "se vedo che hai scritto bene di me ti faccio uno sconto".

    Questi "furbetti" non sono tonti e si rendono conto che rischierebbero a scrivere maldicenze pure: anziché sparare a raffica puntano il dito su ciò che non si può controbattere (gentilezza del personale), ciò che può assumere valori relativi (la cucina non mi piaceva/arredamento non di mio gusto) o esaltano in maniera colossale piccoli difetti reali. Quindi il testo non assume valori "ricattatori".

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  6. @ ImpiegataSclerata: si, ma come dici tu ebay é un "caso particolare" dove però chiunque può replicare liberamente (anche il venditore)

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  7. Sembra incredibile ma non è più così.
    Su Ebay ormai è da parecchio che il venditore non può più replicare. Infatti può mettere solo ed esclusivamente feed positivi con commenti positivi, se mette un feed positivo con commento negativo, viene tolto su segnalazione. Veramente demenziale.

    ImpiegataSclerata

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  8. @Anonimo. Appare evidente che non siamo grandi utilizzatori di Ebay ; )

    Comunque la cosa non é del tutto assurda: si evita di trasformare i commenti in una guerra di diffamazione e comunque si da risalto a chi ha il maggior numero di commenti positivi, anche se pure così non vi é mai la certezza che siano tutti commenti reali ed onesti.
    Sempre che la cosa sia simmetrica: anche l'acquirente deve sottostare alle stesse regole o viene trattato diversamente?

    Si potrebbe azzardare un paragone con Facebook: esiste il "mi piace" ma non un "mi fa schifo". Anche su Facebook, comunque, esiste una sorta di "mercato degli amici", utilizzato a quanto pare, soprattutto da personaggi pubblici che vogliono apparire più popolari di quanto non siano in realtà (si parla di prezzi dai 14 ai 25 cents per amico)

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  9. Allora. Adesso su ebay c'è questa "regola":
    Da venditore a compratore:
    Solo feed positivi
    Da compratore a venditore
    Feed positivi/neutri/negativi ai quali il venditore può aggiungere un commento (al quale il compratore può rispondere)

    Anche secondo me non è una grandissima idea, però mi è tornata utile una volta.

    Avevo ordinato un set lego e mi è arrivato: senza istruzioni , senza alcuni pezzi decisamente importanti e con un imballaggio osceno (miracolo ha voluto che la scatola abbia tenuto).
    Contatto il tipo sicuro di poter trovare un accordo. Il soggetto, anziché dire "ho torto marcio" si arrabbia dicendo "le istruzioni ci sono online" (quindi? Secondo lui uno prende un set di 20 anni fa per giocarci! FORSE sono un collezionista!) e rigettando tutto.
    Feedback neutro (e sono stato MOLTO buono) e lui che si inca*****. Non mi ha inviato il feedback positivo.

    Credo che la politica sia dovuta al fatto che ci sono molti più venditori disonesti rispetto agli acquirenti disonesti

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  10. Indipendentemente dalle specificità di Ebay, il diverso trattamento riservato a compratore ed acquirente appare poco corretto.

    I disonesti si trovano ovunque e non sono schierati tutti "da una sola parte" anche se spesso si tende a vederla così perché é la strada più facile. Dare per scontato che "questi" o "quelli" siano migliori o peggiori a prescindere corrisponde a limitarsi.

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  11. La mia impressione è che su ebay i disonesti siano di più venditori rispetto agli acquirenti. D'altro canto ci sono più acquirenti stupidi. :-(

    Non è che siano tutti da una parte, ma sono di più da una parte rispetto ad un'altra.

    Comunque un venditore può "tutelarsi" impedendo che un certo acquisto possa essere fatto da acquirenti con meno di un certo numero di feedback o con tot richiami (caratteristiche di acquirenti disonesti).

    ciao ciao

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  12. Non avendo gran conoscenza di Ebay é possibile fare solo poche osservazioni:

    1) Essendo un mercato online in cui non vi é MAI contatto diretto tra le parti, il fatto che chi compra é obbligato a fornire perlomeno un indirizzo certo e/o un numero di carta di credito mentre i dati del venditore non é indispensabile siano corretti al fine della vendita, questo si, fornisce un arma al venditore. Certo si tratta di una situazione sbilanciata tipica del commercio online e non del tutto paragonabile con situazioni commerciali "dal vivo".

    2) I commenti vengono sempre scritti da persone che ci sono estranee e pertanto fidarsi é un bene ma dubitare é meglio...

    3) Dando per accettato il primo punto, comunque, per dire che "La mia impressione è che su ebay i disonesti siano di più venditori rispetto agli acquirenti" bisognerebbe aver fatto una valutazione: con quanti venditori si ha avuto a che fare? E con quanti acquirenti si ha avuto a che fare? C'é abbastanza proporzionalità per fare un bilancio equo tra i due?

    Se poi si volesse fare un discorso più generale in merito a onestà di venditori/acquirenti si potrebbe cominciare da questo articolo in cui si ritrae la diffusione dei furti nei negozi! (é solo uno dei tanti sull'argomento: basta vedere su Google):
    http://blog.panorama.it/economia/2008/01/07/furti-nei-negozi-ma-quanto-e-cosa-rubano-gli-italiani/

    Qui si é calcolato che solo al supermercato ogni famiglia spenderebbe annualmente 157 euro più del dovuto a causa dei furti. Se poi il ragionamento viene allargato a tutte le attività commerciali soggette a furti/furtarelli continui (dal bar al ferramenta, dal negozio d'abbigliamento alla cartoleria) si da una misura più chiara del fenomeno. Chi ruba a chi?

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