(756) Quelli che lasciano l'albergo (Il razzismo degli altri)

Chissà a quanti albergatori é capitato almeno una volta di veder andar via clienti "a causa" di altri ospiti. Non parliamo di casi oggettivi di disturbo o maleducazione da parte degli ospiti "incolpati"; semmai di "malsopportazione" o vero e proprio razzismo da parte di quelli stessi che si lamentano!

I casi eclatanti per fortuna sono molto rari, ma é abbastanza chiaro che forme di "malsopportazione" striscianti sono
più diffuse di quanto abitudinariamente si vuol credere ed ammettere.

Le situazioni più palesi si verificano nelle
aree comuni. Nella fattispecie la classica richiesta da parte di un cliente di cambiar tavolo al ristorante. In questi casi le motivazioni della richiesta sono spesso mascherate. Per fare un esempio: il cliente che ha tanto insistito per avere un tavolo vicino al caminetto e poi scoprisse che al tavolo accanto a quello riservatogli ci sono persone per qualche motivo a lui sgradite, difficilmente dirà "Vorrei un tavolo lontano da quelle persone", ma girerà intorno al problema senza spiegazioni valide oppure con scuse di vario genere ("Ho cambiato idea", "Qui fa troppo caldo" etc.)

Pur essendo ben chiare le motivazioni sottaciute del cliente, lo staff di solito finge di stare al gioco fintanto ciò sia possibile.

Finché si rientra in casi isolati di questa portata si tratta di
episodi antipatici e fastidiosi che però si riescono ancora a gestire e sopportare. La cosa cambia però se i problemi di queste persone (ben inteso: gli accusatori: non le "vittime" di questi atteggiamenti) assumono forme diverse.

Difficile parlarne. L'argomento é potenzialmente causa di "problemi diplomatici". Un esempio su tutti però é emerso ed ha ovviamente ottenuto risonanza internazionale:



Austria, la celebre aerea sciistica vuol frenare il flusso di clienti dall'Est
Kitzbühel si ribella: «Troppi russi, ora basta»
«Non più del 10 per cento, sono rumorosi e maleducati»
E si apre una crisi diplomatica



Leggi qui l'articolo completo su Corriere.it





Gli alberghi di Kitzbuehel che negli anni passati hanno accolto grandi quantità di turisti provenienti dalla Russia hanno notato nel tempo un calo di clientela proveniente dai mercati consolidati (oltre ad una serie di altri tipi di problematiche).

Senza entrare nel merito della questione specifica é evidente che gli attriti esistenti tra la clientela (o tra differenti "tipologie" di clienti, siano esse considerate differenti per fascia d'età, provenienza, esigenze, culture, sottoculture o altro) possono portare a creare situazioni che l'albergatore é tenuto a gestire.

Come dovrebbe agire un albergo che nei decenni ha consolidato un buon numero di ospiti provenienti da un determinato Paese X, che vede calare la propria clientela storica in quanto negli ultimi anni si é fatto la nomea di "essere un albergo per clienti che vengono dal Paese Y", fermo restando che per mandare avanti l'attività la clientela di uno solo dei due Paesi non basta?

Umanamente parlando é indiscutibile che in casi del genere é necessario "tener duro" ed agire in maniera corretta e lineare senza esprimere preferenze a scapito di una clientela o dell'altra.
Ma purtroppo bisogna anche fare i conti a fine mese.

Il cliente poveniente dal Paese A scoprendo che l'albergo in cui si trova é pieno di ospiti del Paese B (che per motivi suoi malsopporta), può sempre tornare a casa e recensire male l'albergo scrivendo che "l'albergo é ok ma la clientela cui da alloggio é riprovevole", evidenziando puntigliosamente tutti gli aspetti a suo avviso negativi degli altri ospiti ma stando ben attento a non evidenziare gli elementi razzistici delle sue osservazioni. Recensioni simili ottengono il solo risultato di peggiorare l'opinione altrui dell'albergo stesso (con conseguente danno economico)

Sia ben inteso: tali attriti non sono necessariamente diretti alle persone coinvolte! Spesso sono rivolti solamente ad abitudini ed atteggiamenti di queste persone poiché diverse dalle proprie o in contrasto con le proprie esigenze!

Come nel 90% di questi casi, tali attriti sono fossilizzati su dettagli perlopiù di poco conto, esaltati all'inverosimile a causa della particolare "ipersensibilità pregiudiziale" e scarsa disponibilità all'adattamento verso gli altri (per motivazioni non sempre giustificabili):


"La sala ristorante apriva dalle 18 e se noi volevamo cenare alle 21 trovavamo la sala era quasi deserta ed il buffet già tutto svuotato"
(cliente italiano in un albergo pieno di turisti nordici - abituati a cenare presto)

"Alle sette del mattino era tutto un viavai per scale e corridoi. Alle otto gli altri ospiti avevano già assalito la sala colazioni e bisognava lottare per arrivare al buffet"
(famiglia in vacanza in un Hotel pieno di ciclisti - mattinieri)

"Era un vociare e strillare continuo! Bambini maleducati che correvano ovunque senza nessun controllo ed anche i genitori dei bambini ed il personale dell'albergo non era da meno in quanto ad urla!!"
(coppia danese in vacanza per la prima volta in Italia...)

"Nell' Hotel non si respirava per niente la classica atmosfera italiana. Oltre a 'Ciao' e 'Bonngiorno' non abbiamo mai sentito altre parole in italiano"
(cliente americano in un albergo con gran parte degli ospiti provenienti da Paesi stranieri)

"Sconsigliamo vivamente il ristorante dell'Hotel: il cuoco infila patate e cipolle dappertutto [...] e come primo c'era solo un piatto di rape immangiabile"
(clienti di passaggio che hanno trovato alloggio in un Hotel in cui era ospitata una comitiva polacca con cui l'albergo aveva concordato un menù di loro piatti tradizionali)

"[...] cantavano e ballavano completamente ubriachi e ci mettevano a gran disagio. Non ce la sentivamo di starcene al bar dell'albergo che avevano occupato tutto per loro e quindi passavamo le serate nella camera dei nostri amici"
(due giovani coppie in un albergo pieno di russi - solitamente festaioli verso sera)

"Ambiente affollato da clientela rumorosa e maleducata. Da sconsigliare"
(famiglia italiana in B&B occupato da numerosi nordafricani - razzismo puro)

"il pomeriggio dopo pranzo era impossibile avere un attimo di relax! Un coro di bambini stonati che iniziava a cantare, strillare e correre ovunque dalle undici fino alle cinque rendeva impossibile ogni tentativo [...]"
(una ragazza che non sopporta i bambini finita in alta stagione in un albergo specializzato in famiglie)

"La pasta del buffet era sempre scotta!"
(unico italiano in un hotel pieno di tedeschi, che a loro volta si lamentano se la pasta é al dente perché a loro avviso non sarebbe "cotta bene")

"l'ambiente dell'Hotel é un mortorio! Alle nove di sera al bar non c'é già più anima viva, il pomeriggio non si può far altro che starsene in piscina [...]"
(tre giovani amici capitati in Hotel contemporaneamente ad una comitiva di anziani)

"La clientela dell'albergo é molto peggiorata negli ultimi anni"
(Primi anni '90: cliente della Germania Ovest scontento della sempre maggior presenza nel suo Hotel abituale di clienti provenienti dalla Germania Est)

"La clientela media dell'albergo é di bassissimo livello... Maleducati, caciaroni e pure sporchi"
(gruppo di più famiglie alloggiate in hotel assieme ad un consistente gruppo di motociclisti che, fra parentesi, nella vita privata sono perlopiù medici, avvocati e liberi professionisti)


Questi sono solo alcuni esempi di "scontri" tra diverse clientele. Nella maggior parte dei casi l'albergo svolge un ruolo tendenzialmente passivo riguardo tali attriti, fatta eccezione (sempre restando nei casi esemplificati qui sopra) nei casi in cui adatta i propri servizi alla maggioranza della clientela (adattando i menù, gli orari dei pasti o organizzando attività specifiche). Bisognerebbe ritenere l'offerta di tali servizi e l'adattamento degli stessi alle esigenze della maggioranza della clientela come un disservizio o addirittura una mancanza?

Negare la cena alle 18 perché in Italia non é uso mangiare tanto presto? Servire pasta al dente ad un centinaio di ospiti già sapendo che al 90% di questi non piace? Fornire alle 30 famiglie alloggiate in Hotel un servizio d'animazione limitato per evitare di disturbare le uniche due camere di ospiti senza figli? Impedire ad un folto gruppo di amici di festeggiare un compleanno perché c'é una coppietta che vorrebbe passare una serata romantica? Ospitare una certa percentuale di italiani per mantenere un certo tasso di "italianità" nell'albergo? Negare l'alloggio agli italiani poiché troppo chiassosi per gli standard nordici? Negare l'alloggio a ospiti provenienti da determinati Paesi o appartenenti a determinate culture e religioni? Negare la colazione ai clienti mattinieri se c'é un cliente che li considera "troppi"? Non ospitare troppi anziani contemporaneamente per non far annoiare i giovani che sono alloggiati? O non alloggiare affatto giovani per evitare di disturbare gli anziani che vogliono dormire? Ascoltare una delle parti o scontentare tutti? Di solito si tenta di venir incontro alla maggioranza (meglio scontentare 80 danesi grossi come un armadio o la coppietta di Livorno?).

Sono esempi diversissimi che, sulla carta potrebbero avere poco o nulla in comune ma che una buona fetta della clientela percepisce indifferentemente come "fastidiosi".

Non é facile far convivere la gente e quando ci si tenta si vien pure bastonati da entrambe le parti!

12 commenti:

  1. Generalmente sono d'accordo con quanto scritto in questo blog e devo dire che certi fatti riportati qui sono da denuncia (mi ha colpito il commento negativo sui nordafricani).

    Però sono totalmente in disaccordo in merito alla questione della pasta al dente (sono un appassionato di cucina :-) ).

    Capisco il voler accontentare i tedeschi, però il cliente italiano che si ritrova la pasta scotta ha tutto il diritto di lamentarsi (civilmente, si intende) perché lui ha pagato per un pasto e presentargli qualcosa fatto male è un vero e proprio disservizio dell'albergo.

    Capisco "ci sono 90.000 tedeschi e un italiano", ma allora si fa presente all'unico italiano (quando prenota) che in questo hotel la pasta è servita scotta perché la maggior parte dei clienti sono tedeschi. :-)

    RispondiElimina
  2. Ciao Lufo88.

    Riguardo al problema della pasta scotta hai ragione: andrebbe fatta sempre come si deve e nei casi in cui ciò non sia possibile (90.000 tedeschi ed un italiano) bisognerebbe spiegare la cosa al cliente che di pasta ne capisce.

    Di solito nei ristoranti con clientela turistica di varia provenienza questo accade di default (oppure la cucina differenzia pasta per italiani da pasta per stranieri in base alle note dei camerieri, senza che il cliente se ne accorga).

    Purtroppo però non sempre é fattibile. Un esempio su tutti: in alcuni ambienti, se si servissero piatti preparati a dovere a quell'unico italiano nel mezzo di una sala piena di turisti stranieri, questi ultimi potrebbero sentirsi trattati come clienti di secondo piano.

    Metti anche il caso di tavolate miste o il caso di stranieri che di pasta ne capiscano messi in mezzo ad un gruppo di connazionali che se non c'é il ketchup sui maccheroni si lamentano...

    Anche in fase di prenotazione la cosa non é semplice: se a marzo prenota un italiano per il prossimo novembre (mese solitamente occupato in maggioranza da italiani) ed a settembre ci si rende conto che per qualche motivo tutte le prenotazioni per novembre sono state effettuati da stranieri, fatta eccezione per quest'unico italiano, bisognerà considerare bene come agire: telefonargli dicendo "lei sarà l'unico italiano in mezzo a tanti stranieri e quindi le chiediamo se la cosa possa darle fastidio" potrebbe suonare molto strano. Proporgli di alloggiare in un'altro albergo dopo sei mesi che ha prenotato potrebbe sembrare poco professionale ed ingiusto verso qualcuno che ha prenotato con tanto anticipo.
    La soluzione adatta ad un cliente non é detto vada bene anche per un'altro.

    Anche qui, insomma, si tratta di situazioni non sempre risolvibili.

    RispondiElimina
  3. Hotel Bizarre scrive:
    "Purtroppo però non sempre é fattibile. Un esempio su tutti: in alcuni ambienti, se si servissero piatti preparati a dovere a quell'unico italiano nel mezzo di una sala piena di turisti stranieri, questi ultimi potrebbero sentirsi trattati come clienti di secondo piano."

    Correggimi se sbaglio, ma in pratica scrivi che o scontentate pochi (oggettivamente, ovvero pasta scotta servita ad un italiano) oppure scontentate tanti (perché pensano a cose assurde/sbagliate). Ho capito male?
    Il problema, in parolve povere, mi sembra sempre quello: il turista medio si porta dietro 40 valigie e lascia a casa l'unica cosa utile: il cervello! :-(

    Intendo, disparità di trattamento sarebbe (e mi è successo) se io arrivo in sala ristorante all'ora giusta, ma con i cuochi che aspettano di cucinare perché il direttore dell'albergo ha ospiti che arrivano dopo. Di certo non se vengono serviti i piatti richiesti a ciascuna cliente!

    Hotel Bizarre scrive:
    "La soluzione adatta ad un cliente non é detto vada bene anche per un'altro."

    Per la questione finale è vero, ma (non voglio offendere) temo sia un problema che debba ricadere solo sull'albergo. Intendo, io, cliente, prenoto a Marzo per avere i servizi concordati. Chiaro che dovrei ricevere quei servizi e pagare il dovuto.
    Gli unici casi in cui un albergo non può ritenersi responsabile del disservizio sono per motivi non riconducibili all'albergo stesso (se il comune decide di aprire un cantiere a 2 metri, ecc).
    La "cottura della pasta" (e problemi simili) per me non rientrano in questo frangente. :-)

    Mi rendo conto che l'albergo si ritrova tra l'incudine e il martello, però non mi sembra giusto che a rimetterci sia il cliente.

    Spero che questo non mi cataloghi tra i "sono dio sceso in terra perché ho pagato". :-D

    P.S. Il "bello" è che non saprei neanche io cosa chiedere come soluzione. :-?

    RispondiElimina
  4. (Risposta LUNGA, scusate ma é stato necessaria dividerla in due parti)

    PRIMA PARTE


    Il punto é proprio nel finale del tuo commento: non ci sono soluzioni!

    Il fatto é che ogni persona, quando richiede un servizio alberghiero, di ristorazione o simili, ha richieste, desideri, esigenze e aspettative che, espresse o meno, sono diverse da quelle di chiunque altro ed é impossibile accontentare tutti. Gli estremi qui sono l'iper-personalizzazione (7 stelle?) e l'iper-standardizzazione (Fast Food?). Nell'esempio della prenotazione a marzo per novembre tutto potrebbe filare liscio o meno, indifferentemente dal fatto che sia l'albergatore che il cliente si siano comportati correttamente. Ecco alcuni scenari possibili:

    1) E'l'unico italiano tra mille stranieri ma non se ne fa un problema. Acconsente a dover aspettare qualche minuto in più per i suoi piatti.
    2) Il cliente si lamenta della lentezza del servizio ai pasti (si sente maltrattato perché clienti arrivati dopo di lui vengono serviti prima).
    3) Il cliente viene trattato come tutti gli altri ospiti ma si lamenta della cucina troppo "adattata" ai gusti stranieri.
    4) Si sente "isolato" perché é un tipo socievole ma non riesce a comunicare con gli altri ospiti ed é insoddisfatto della vacanza. Alla fine del soggiorno potrebbe aver maturato del risentimento che indirizzerà verso l'albergo e potrebbe recensirlo male (qui si entra nella psicologia pura ma sono casi talmente frequenti da essere considerati la norma)
    5) Il cliente riceve ai pasti un trattamento diverso dagli altri ospiti e qualcuno di questi altri, permaloso, si lamenterà dicendo che "quelli del nostro Paese nel vostro Hotel sono malvisti".
    6) L'albergo chiama a settembre il cliente dicendogli che sarà l'unico italiano tra tanti stranieri e chiedendogli se "la cosa possa dargli fastidio". Oltre al fatto che un "avvertimento" del genere potrebbe risultare decisamente molto strano, potrebbe essere letto come il tentativo di cancellare una prenotazione con una scusa bislacca.

    Questo solo per descrivere alcuni degli scenari più "classici".

    RispondiElimina
  5. 2^ PARTE
    Per quanto riguarda le diverse esigenze ai pasti ogni struttura ha soluzioni diverse, a seconda della tipologia dell'esercizio, del livello, della clientela e di mille altri fattori. Innanzitutto occorre chiarire il tipo di gestione del locale in questione. Menù fisso? Menù a scelta? Menù scelto al momento o preordinato? Orari d'entrata liberi o prestabiliti? Quanta varietà di scelta? Quanti cuochi ci sono? La cucina ha un buon numero di fuochi? Quanti cuochi ci sono? Quanti piatti richiedono cibi di giornata? Che tipo di clientela c'é solitamente? Ci sono comitive o tavolate di amici?

    Per intenderci: in un piccolo ristorante con scelta minima, un normale metà servizio potrebbe essere:

    Alle tagliatelle mancan 2 minuti. Ai fusilli 3. Il sugo per le penne é pronto. I ciccioli per la carbonara stanno procedendo. Il lavapiatti non può aiutare i cuochi con le padelle perché cinque tavoli hanno finito assieme e deve liberare spazio nell'angolo lavastoviglie. La pasta all'uovo é già pronta. Bisogna scolarla ed evitare che scuocia e liberare spazio per gettare subito in acqua gli spaghetti da condire con il ragù perché gran spazio é occupato dagli gnocchetti del prossimo ordine che, a meno che non si voglia far aspettare una vita ai clienti per servirli, bisognava metterli subito a cuocere. Il pesto é già pronto, mentre la salsa speciale, che va fatta al momento, la si deve cominciare a fare (ci vorranno 2 minuti). Il cameriere rientra in cucina: il cliente del tavolo 8 vorrebbe una carbonara senza carne! Nessun problema! Metti una nota sull'ordine del tavolo 8! Bisogna tirar fuori il burro di Malga per la pasta Burro & Salvia. Bisogna grattugiare altro formaggio perché i russi di prima hanno consumato da soli quello che solitamente usiamo in due sere! Intanto il piatto di carbonara é stato impiattato e decorato! Adesso bisogna scolare le Tagliatelle che probabilmente son pronte, ma bisogna tenere sott'occhio anche il pollo per quelli del tavolo 4 che hanno già finito i primi... Controlliamo a che punto sono i fusilli… Stanno rosolando così come l'arrosto mentre la lasagna deve essere tolta subito. Prima però bisogna bagnare l'arrosto con dell'altro vino bianco!
    Nel frattempo si sta finendo di preparare il dolce per il Tavolo 11 che aspetta già da un po. Bisogna fare in fretta perché il gelato che hanno scelto si scioglie velocemente. Scusa, mi scoli le tagliatelle che intanto decoro i gelati? Le Melanzane alla griglia stanno procedendo troppo lentamente e bisogna alzare il fuoco. Le patatine fritte? a che punto sono le patatine?

    Beh, questa é una normale situazione in cucina a metà servizio con un menù molto limitato. Come noterai, per non far aspettare troppo i clienti, i cuochi che preparano i piatti di un Tavolo devono tener sott'occhio anche come stanno procedendo i piatti a lunga cottura delle ordinazioni successive e le seconde e terze portate dei Tavoli cui hanno già preparato i primi e questo richiede un costante controllo di diverse tempistiche.

    La maggior parte delle operazioni avvengono in silenzio ed automaticamente poiché con l'abitudine si crea una certa ritmicità ma le cose da tener sott'occhio sono numerose. Una variazione anche banale potrebbe incriccare un ritmo rodato. Basta poco a mettere i bastoni fra le ruote (arrivano 20 ordinazioni per quell'unico piatto che non chiede mai nessuno e che di solito ne vanno via solo 10 alla settimana e non ce n’é abbastanza per tutti) oppure 16 ordini in successione di un piatto che richiede una cottura più lunga della media (non si può dire al 16° cliente che non gli serviremo l'anatra poiché già 15 prima di lui l'hanno ordinata; se gli dicessimo che ci vorrà un'ora potrebbe non capire e lamentarsi del fatto che "l'altra volta c'erano voluti solo 20 minuti" e dire che il nostro servizio é discontinuo; se gli dicessimo che é finita poi non potremmo più servirla più a nessuno per tutta la serata).

    Ecco, questa é un'idea dello scenario in cui ci si muove.

    RispondiElimina
  6. 3^ PARTE


    Se ci sono 100 tedeschi che vogliono pasta scotta (quindi tutte le pentole per la pasta verranno occupate) che entrano in sala già alle 18 ed un'ora dopo, proprio a metà del servizio, arrivasse l'unica famiglia di italiani, di solito gli si porta la pasta fatta come si deve, ma visto che nel frattempo i cuochi sono già alle prese con i dessert dei 100 tedeschi, la preparazione per gli italiani sarà più lenta del solito (e qui il quesito nel quesito: gli portiamo le bruschette per scusarci dell'attesa rischiando di venir accusati dai tedeschi che non le hanno ricevute di "preferenzialismo" o facciamo finta di niente?).

    Se la famiglia di italiani entrasse assieme ai 100 tedeschi avremmo 2 possibilità (immagina la scena: tutti i pentoloni per la pasta sono pieni): scolare la loro pasta prima degli altri e servirli prima (rischiando un "gli italiani vengono serviti sempre prima in questo Hotel") oppure riservare uno dei fuochi solo al loro pentolino della pasta (quindi un pentolone da 20 persone dovrebbe aspettare che venga liberato il fuoco usato per preparare la pasta per 3-4 italiani).

    Questo é solo un esempio pratico in una cucina medio/piccola ed ogni cucina é organizzata in maniera diversa: c'é chi ha pochi fuochi ed un solo cuoco, chi ha solo un cuoco e molti apprendisti, chi ha una cucina enorme ingestibile da poco personale, chi ha una cucina ipertecnologica gestita da un bravissimo cuoco che malsopporta certe nuove invenzioni, chi ha una cucina vecchissima ma molto più pratica di certe nuove, c'é chi ha oltre 40 fuochi ed una quindicina di cuochi ma in questo caso le problematiche diventano di tutt'altro genere (vedi procedure di cotturache tendono ad irrigidirsi ecc)


    Scusa ancora per la risposta lunga ma probabilmente cos' si "rende meglio".
    Ciao!

    RispondiElimina
  7. PS lufo88: no, non sei certo un "sono dio sceso in terra perché ho pagato". : )

    RispondiElimina
  8. Mi è venuto mal di testa solo a leggere. :-O
    Sapevo che la situazione all'interno delle cucine è sempre sul "disperato", ma leggerne un resoconto è quasi disarmante. Se mi capiterà qualche rogna in tal senso devo ricordarmi di essere particolarmente gentile.

    Grazie per il tempo speso a rispondere :-)

    Solo un piccolo commento sulle scuse presentate. Le uniche due che ritengono razionali sono la 2 e la 3. Con la 2, almeno nel mio caso, non lo riterrei un problema, se mi venisse spiegato come mai c'è il ritardo (lo so e mi regolo). :-)
    La 3 è la lamentela su cui stiamo discutendo. :-) Le altre, al vostro posto, risponderei con un "vada a a farsi *******" (ed è per questo che non lavorerò mai in un albergo :-D). In particolare la 6. Per voi sarebbe una mancia assicurata da parte mia per avermi avvisato (compito decisamente extra)!

    Grazie ancora per il tempo dedicato e ciao

    P.S. Se ti capita qualcuno che ti domanda "carbonara senza carne" (come rovinare il mio piatto preferito) mandalo da me che lo devo insultare. :-)

    RispondiElimina
  9. Grazie a te per aver letto tutto!

    Tieni comunque conto che tutti gli scenari presentati agli occhi di qualcuno risultano razionali (prendi il caso molto comune della 5) e purtroppo non si può mai mandare a quel paese un cliente.

    Se il cliente mostra un minimo di comprensione quando gli si spiega un piccolo disservizio o ritardo l'albergatore/ristoratore é ben disposto e spesso si "scusa" con porzioni extra, omaggi o sconti, ma se arriva il classico "io sono un cliente pagante e non devo avere un briciolo in meno degli altri" beh, anche il lavoro ne risente!

    Vedi anche l'esempio del 16° cliente che ordina l'anatra (PS é solo un esempio: l'anatra non é un piatto "difficile"). Non é sempre detto che tutti la prendano bene a sentire che c'é un ritardo e potrebbero tacciare il ristorante di disorganizzazione (ma come si può prevedere che in un dato giorno molti clienti ordineranno un piatto "complesso" che di solito é difficile vendere?)

    Nel caso della 6 tu saresti contento, ma il cliente della 1, a cui non frega niente degli altri ospiti e del tipo di pasto, potrebbe sentirsi infastidito e divenire dubbioso sulla serietà dell'albergo stesso o peggio, ritenere che vi sia una forma di preferenza verso i clienti di un certo tipo o nazionalità.

    Ps: "Carbonara senza carne", "Per favore, il minestrone me lo faccia senza fagioli", "Vorrei una polenta un po più liquida", "Vorrei una Capricciosa ma senza prosciutto, funghi e carciofini", "Amatriciana non piccante", "Carne al sangue MA NON TROPPO" (che ha un significato diverso per ogni cliente). E si potrebbe continuare fino a domani....

    lufo88 scrive: ed è per questo che non lavorerò mai in un albergo :-D

    Altro che pelo sullo stomaco! Per questo mestiere ci vuole una pelliccia!

    RispondiElimina
  10. Sarò "anomalo" ma io sarei da 1 :-)
    Intendo, per me qualche minuto non è un problema e apprezzerei se l'albergo mi segnalasse eventuali problemi PRIMA di arrivare. Sarò strano io :-)

    P.S. Solo un piccolo appunto, da cliente "precisino":
    "Amatriciana non piccante"
    In realtà l'amatriciana non è piccante, la ricetta "DOC" prevede solo guanciale e pecorino (neanche il pomodoro).
    Neanch'io sono fedele alla ricetta (pomodoro, pancetta e cipolla per me), però non sarebbe una richiesta "Bizarre". :-)

    Taccio sugli altri esempi (ma questa gente cosa mangia nella vita comune? MAH!).

    RispondiElimina
  11. Ehm, si, sull'amatriciana hai ragione. Era un commento scritto "di botto": il concetto era quello del cliente che chiede una variazione su una salsa che non viene fatta al momento ma preparata prima ancora che il ristorante apra e che quindi non si può variare al momento (come ad esempio toglierne un ingrediente).

    RispondiElimina
  12. L'avevo capito è che sono pignolo io (ma immagino si fosse capito) :-)

    Buon anno!

    RispondiElimina